Come vendere il vino di lusso

Vendere il vino cambiando packaging e distribuzione

 

Il vino è un prodotto culturale, è vero .

 

Non si può escludere però che è un prodotto che è sempre più esperenziale per la sua particolare attitudine al gusto legato al territorio. Vi sembrerà strano, e forzato come ragionamento, ma se volete vendere il vostro vino dovete cambiare modalità.

 

Vino di lusso

No, non tutti! Solo chi vuole dare al suo vino un tocco di originale lusso.
Sapete i principali motivi per cui le persone comprano il vino?

Ecco alcune slides presentate da Avvinare a Genova che danno alcuni elementi di riflessione.

 

 

Seguendo questa logica è possbile pensare che il vino non è più “solo” un elemento culturale ma sempre più un prodotto sociale che necessità di nuovi canali e nuova comunicazione. E’ necessario che il marketing legato al vino sappia sorprendere e legare il suo “contenuto” a contesti sociali selezionati e privileggiati come ad esempio il mercato del lusso.

Per questo motivo mi piace l’idea del vino in una bottiglia simile ad un profumo.
Sto parlando del Vino Perfume de Sonsierra, acquistabile a 25 Euro

Decostruzione del significato e ancoraggio al lusso.

Ottimo!

@ Credit Content & Image Foodblog Design

Comments
2 Responses to “Come vendere il vino di lusso”
  1. Alessandra ha detto:

    Ciao Daniele, mi è piaciuto molto questo post, è sicuramente un ottimo spunto per riflettere. Condivido con te un po’ come la penso… Sono d’accordo con l’affermazione che il vino è sempre più stile di vita, penso certamente che sia un prodotto moooolto esperienziale…ma forse da sempre per pochi e da poco per molti.

    Ciò di cui non sono molto convinta è il concetto di lusso legato al packaging, nell’ambito del vino. Il vino è vino. Certe etichette richiamano già il concetto di lusso…perchè andare a rubare questo concetto ad altri settori? Pensa al Giulio Ferrari…esprime lusso in ogni bollicina, guarda una jeroboam di Bruno Paillard Brut Première Cuvée e dimmi se non parla da sola…pensa a Soldera ed al suo Brunello di Montalcino, l’ho assaggiato direttamente dalle botti (grazie ad una delle mie gite con Vineria)…la sensazione di privilegio è stata forte anche senza bottiglia. Ma queste sono etichette già forti…

    Tuttavia resto comunque perplessa. Non affermo che il packaging non sia importante (pensiamo al successo della confezione gialla per Ca’ del Bosco), ma piuttosto…se deve fare la differenza a livello innovativo allora ci sta che alla base ci sia una motivazione abbastanza forte…penso alla bottiglia del Derbusco Cives, lanciata (insieme a questo eccezionale Franciacorta) nel 2005 al Vinitaly. Una bottiglia mai vista prima e ideata per favorire la naturale maturazione del vino.

    Hai ragione quando dici che servono nuovi canali e nuova comunicazione….”nel 2011 si prevede di toccare quota 5,5 milioni di turisti che vedono nel vino una delle ragioni di viaggio” e poi “circa il 30% di questi organizza il viaggio via internet”..pensando a questi dati e riflettendo su ciò che per me ha fatto la differenza nel mio approccio al vino, credo che il punto stia proprio nel riuscire a comunicare quello che c’è dietro una bottiglia di vino. Il lusso più grande è il tempo oggigiorno, c’è un ritorno ai valori semplici, alla natura…promuovere e comunicare il territorio dove quel vino nasce è promuovere anche il vino. L’esperienza comincia da lì e si completa con buon calice in mano. Guarda qui, http://www.blogcollio.it/…si promuove il Collio, hanno anche una pagina FB. Tante buonissime iniziative le ha anche Slow Food e Slow Wine.

    I nuovi canali di comunicazione potrebbero aiutare moltissimo a diffondere storie, immagini, curiosità e colori delle terre dove questa meravigliosa cultura si alimenta…basta crederci un pochino. Sei d’accordo?

    • vincidaniele ha detto:

      Ciao Alessandra, il tuo ragionamento è corretto.

      Quello che cercavo di evidenziare sono le potenzialità dei mercati di nicchia che nascono cambiando la “forma” di un contenuto.

      Il vino come prodotto per tutti è sicuramente un tema che va affrontato con le dovute premesse.

      l’ecommerce , ad esempio, è un elemento che può dare grossi vantaggi a chi produce vino.

      COme dicevi tu, creare nuovi percorsi, nuovi metodi di conoscenza del prodotto.

      Il vino come elemento di prestigio, invece, va considerato non come qualcosa di cui “tutti” possono godere.

      IN quel caso sarebbe utile sfruttare alcuni elementi di differenziazione che vanno oltre l’eredità di un casato o di un particolare vitigno. E’ necessario destrutturare il contenuto e restituire nuovi singificati. Il caso della bottiglia a forma di profumo è un esempio “paradossale” ma che mi sembrava utile per specificare il senso del mio discorso.

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